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IL PROGETTO PERSONALIZZATO

Integrazione tra PEI e PAI manuale d’uso e di manutenzione



“Il Progetto Personalizzato” è uno strumento per il lavoro socio-assistenziale, riabilitativo ed educativo.”

Abstract

Spesso la compilazione di un progetto è vissuta come un mero atto burocratico, preventivamente ai controlli istituzionali, e altre volte, purtroppo, ciò che è scritto nei progetti non rispecchia la realtà che si vive sul campo, il vero lavoro che gli operatori affrontano quotidianamente con gli utenti, che non possono essere messi in una posizione di secondo piano.
Il Progetto Personalizzato pone invece la persona al centro, in un’ottica bio-psico-sociale e valoriale, con la presa in carico dei problemi ma anche e soprattutto con un’attenzione particolare alle potenzialità.
Il volume, nato da anni di esperienza e fortemente voluto, desidera offrire non solo un metodo di lavoro, ma anche di pensiero fino a trasformarsi in una questione culturale. In tanti parlano e prevedono nelle loro organizzazioni l’adozione di progetti individuali o di piani assistenziali, ma pochi li usano nel concreto della loro quotidianità professionale. Il presente volume si pone l’obiettivo di essere un manuale d’istruzioni per tutti gli “operatori” interessati a stilare un Progetto Personalizzato (PEI, PAI, ecc.), possibilmente all’interno di un’équipe multidisciplinare. Il manuale deriva da anni di sperimentazioni dell’autore e di chi prima di lui, ha elaborato questa metodologia fornendoci la motivazione a svilupparla nella modalità che viene ora proposta.

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Testo 18€ (20€ con spedizione). Per informazioni sull’acquisto e formazione contattare s.carafoli@gmail.com

“…pone la persona al centro, in un’ottica bio-psico-sociale e valoriale, con la presa in carico dei problemi ma anche e soprattutto con un’attenzione particolare alle potenzialità. ”

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Domande

CHI

Il volume è destinato ad educatori, psicologi, operatori socio-sanitari, tecnici della riabilitazione psichiatrica, responsabili area anziani, assistenti sociali, e tutti gli altri professionisti e non che lavorano nell’ambito assistenziale, educativo e sociale. A tutte le professionalità quindi che si fanno carico del problema della persona, possibilmente all’interno di un’equipe multidisciplinare o comunque in rete con altre persone e professionisti.

DOVE

Può essere applicato con la disabilità, in campo psichiatrico, con i minori, con gli stranieri, e in qualsiasi altro ambito. Nei centri diurni, in quelli residenziali, nelle comunità, nei doposcuola. In campo scolastico può essere valido strumento di progettazione e verifica del piano di lavoro degli educatori scolastici o anche del consiglio di classe ad integrazione del Piano Didattico Personalizzato, per un approccio individualizzato allo studente ad integrazione del piano curriculare.

COME

L’approccio è costruttivista/costruzionista, in quanto Il Progetto Personalizzato tiene conto del punto di vista di chi partecipa alla progettazione e della loro esperienza di vita, quindi la costruzione finale del progetto si appoggia sulle persone che partecipano alla sua stesura e alle loro mappe concettuali.
Quindi una visione sistemico-relazionale in quanto la costruzione e l’apprendimento di modalità condivise fra i diversi attori chiamati in causa (utenti, operatori, familiari, amici e volontari) sono inseriti in un setting relazionale che tiene conto dell’intero sistema di vita dell’utente e del suo contesto.
La persona è contemplata in un’ottica bio-psico-sociale e valoriale, considerando quindi tutti gli aspetti dell’utente, considerando problematiche ed autonomie per ogni area presa in esame.

COSA

Il presente manuale permette di apprendere le premesse teoriche, etiche, metodologiche e professionali per cui è fondamentale lavorare per progetti con le persone prese in carico dai diversi servizi.
Oltre all’inquadramento teorico si propone una struttura di progetto suddivisa in tre fasi principali:
• FASE A – La messa a fuoco del problema
• FASE B – Le scelte operative
• FASE C – Verifica e valutazione
Il manuale permette nella sua seconda parte di passare molto rapidamente dalla teoria alla prassi (con la possibilità di essere sostenuto da una formazione sul campo), attraverso schede di facile comprensione e compilazione.
Il volume infine presenta casi di applicazione di successo dello strumento metodologico in diversi ambiti e servizi ad esempio e guida per i progetti del lettore.

PERCHE’

1. Motivi etici:
Lavorare per progetti personalizzati permette di concentrarsi sulla persona, con i suoi bisogni e potenzialità, prima della malattia; di puntare al mantenimento e/o al rafforzamento delle capacità e delle competenze; di fare una progettazione integrata, partecipata e condivisa.
2. Motivi normativi:
questa metodologia risponde ai requisiti di accreditamento di molte regioni, e ha permesso di far parlare lo stesso linguaggio al progetto, all’accreditatore e agli operatori.
3. Motivi professionali:
lavorare per progetti personalizzati favorisce la riflessività personale e il lavoro di ogni équipe multidisciplinare, evitando e/o rallentando il burn-out, aiutando a comprendere la complessità delle situazioni e fornendo infine uno strumento capace di dare scientificità lavoro socio-educativo.
4. Motivi metodologici:
il progetto aiuta l’utente ad avere obiettivi chiari e possibili; aiuta gli operatori a dare visibilità al proprio lavoro; facilita la partecipazione del committente (sevizio o famiglia) al progetto. Inoltre rende giustificate e trasparenti le azioni e gli interventi, fa emergere le mappe concettuali degli operatori e permette una analisi complessa, partecipata, multidisciplinare e che considera l’ambiente di vita (bio-psico-sociale e valoriale).



La Formazione sul Campo


Consci di quanto a volte sia importante essere accompagnati nella formazione, l’autore e i suoi collaboratori offrono la possibilità di essere formati e seguiti nel percorso con l’obiettivo di impadronirsi della metodologia e del know-how necessario per:

  • la messa a punto di modalità operative efficaci per quanto riguarda la metodologia di lavoro a diretto contatto con l’utenza per progetti individuali e personalizzati
  • lo sviluppo di modalità operative che promuovano l’integrazione fra le varie figure professionali sanitarie ed assistenziali con quelle educative, nonché la partecipazione dei famigliari e dei soggetti di volontariato al processo d’aiuto;
  • la sperimentazione di una documentazione professionale adeguata alla metodologia del lavoro per progetti individuali e personalizzati;
  • la valutazione del lavoro, in base alla qualità della documentazione prodotta.



  • Testimonianze

    “Il testo descrive con estrema chiarezza le basi teoriche e la realizzazione pratica del Progetto Personalizzato, uno strumento che consente di mettere in primo piano i diritti della persona e i suoi bisogni e di documentare fedelmente gli interventi degli operatori che lavorano nel sociale, in integrazione anche con il sanitario”

    Elisabetta Biagini, psicologa, infermiera, vice direttrice di una Casa Alloggio per persone con HIV.

    “Questo manuale colma una lacuna che ogni operatore attivo nell’ambito dell’assistenza sociale o sanitaria avverte con chiarezza: la mancanza di strumenti operativi che permettano di descrivere e collegare fra loro gli interventi educativi o riabilitativi, formalizzandoli in un piano unitario e di semplice fruizione …” – Leggi di più – – Leggi di più –

    Matteo Guidotti, psicologo e psicoterapeuta in formazione, vice direttore comunità educativa integrata per minori di Bologna

    Lavoro in una comunità educativa integrata per minori di Bologna, dove nel 2013 ha avuto luogo il corso sulla stesura dei progetti personalizzati basato sul manuale in questione (Stefano Carafoli, “Il Progetto Personalizzato”). Si è trattato di una formazione itinerante della durata complessiva di 40 ore, che ha affiancato momenti di teoria a ore di sperimentazione pratica dello strumento e di assistenza tecnica all’équipe. Sebbene il manuale sia scritto in modo chiaro, diretto ed esaustivo – davvero un “manuale d’uso” che accompagna il lettore passo dopo passo nella compilazione delle varie parti del progetto –, io e i miei colleghi abbiamo assai apprezzato anche la parte più “operativa” della formazione e la disponibilità del formatore, nonché autore del libro, ad affiancarci nelle prime prove di stesura.
    Questo manuale colma una lacuna che ogni operatore attivo nell’ambito dell’assistenza sociale o sanitaria avverte con chiarezza: la mancanza di strumenti operativi che permettano di descrivere e collegare fra loro gli interventi educativi o riabilitativi, formalizzandoli in un piano unitario e di semplice fruizione. Spesso,
    infatti, attorno all’utente ruota un sistema complesso di cura, una costellazione di soggetti istituzionali, ognuno dei quali si occupa di un aspetto particolare della presa in carico. Il PP rappresenta un indispensabile canovaccio comune, una piattaforma di lavoro che permette ai vari soggetti di comunicare attraverso un linguaggio condiviso e sufficientemente formalizzato. Non solo, esso permette anche di valutare le linee di intervento nel tempo, fungendo da vero e proprio diagramma di flusso della progettazione individualizzata.
    Vorrei aggiungere che, sebbene all’inizio la stesura del Progetto Personalizzato possa sembrare un’attività arida, burocratica e scollegata dai bisogni dell’utente, in realtà si rivela uno strumento tra i più efficaci per forzare il singolo operatore e l’intera équipe a riflettere sul senso dell’intervento in atto, dunque a connettersi in modo ancor più consapevole e professionale con le esigenze fisiche, psichiche e valoriali portate dal soggetto bisognoso di cure.
    A questo proposito, di recente un ospite della nostra comunità residenziale ad alta intensità educativa è stato inserito in un progetto terapeutico di trattamento multitasking per adolescenti con trauma complesso – l’ITCT-A di Briere e Lanktree (2013). Questo intervento ripone grande attenzione al costante monitoraggio degli effetti del trattamento nel tempo e ha visto coinvolta una multiforme équipe territoriale. L’ITCT-A comporta una valutazione iniziale e periodici controlli, che solitamente avvengono a intervalli di tre mesi e permettono di aggiornare o rimodellare l’andamento dell’intervento. Ora la redazione da parte nostra del PP – in questo caso denominato “Progetto Educativo Individualizzato e Integrato” (PEI-I), che è stato presentato anche all’autorità giudiziaria, in quanto il minore era sottoposto a istituto di sospensione del processo con messa alla prova – ha permesso di: (1) sintetizzare in modo chiaro e sintetico le varie informazioni raccolte sul passato del ragazzo, le valutazioni psicologiche e la diagnosi, gli obiettivi degli interventi educativi e terapeutici progettati dalla équipe territoriale allargata in base ai punti di forza e di debolezza del ragazzo, le decisioni per il futuro; (2) monitorare in modo efficace ed oggettivo, cioè osservabile, il processo terapeutico, le variabili ambientali connesse ai cambiamenti della sintomatologia e la variazione dei problemi psicosociali nel tempo. Il PP è stato molto apprezzato dai vari soggetti coinvolti e ha contribuito ad incrementare l’immagine di professionalità della nostra comunità.


    – Matteo Guidotti, psicologo e psicoterapeuta in formazione, vice direttore comunità educativa integrata per minori di Bologna –


    • Lavoro in una comunità educativa integrata per minori di Bologna, dove nel 2013 ha avuto luogo il corso sulla stesura dei progetti personalizzati basato sul manuale in questione (Stefano Carafoli, “Il Progetto Personalizzato”). Si è trattato di una formazione itinerante della durata complessiva di 40 ore, che ha affiancato momenti di teoria a ore di sperimentazione pratica dello strumento e di assistenza tecnica all’équipe. Sebbene il manuale sia scritto in modo chiaro, diretto ed esaustivo – davvero un “manuale d’uso” che accompagna il lettore passo dopo passo nella compilazione delle varie parti del progetto –, io e i miei colleghi abbiamo assai apprezzato anche la parte più “operativa” della formazione e la disponibilità del formatore, nonché autore del libro, ad affiancarci nelle prime prove di stesura.

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  • Questo manuale colma una lacuna che ogni operatore attivo nell’ambito dell’assistenza sociale o sanitaria avverte con chiarezza: la mancanza di strumenti operativi che permettano di descrivere e collegare fra loro gli interventi educativi o riabilitativi, formalizzandoli in un piano unitario e di semplice fruizione. Spesso, infatti, attorno all’utente ruota un sistema complesso di cura, una costellazione di soggetti istituzionali, ognuno dei quali si occupa di un aspetto particolare della presa in carico. Il PP rappresenta un indispensabile canovaccio comune, una piattaforma di lavoro che permette ai vari soggetti di comunicare attraverso un linguaggio condiviso e sufficientemente formalizzato. Non solo, esso permette anche di valutare le linee di intervento nel tempo, fungendo da vero e proprio diagramma di flusso della progettazione individualizzata.

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  • Vorrei aggiungere che, sebbene all’inizio la stesura del Progetto Personalizzato possa sembrare un’attività arida, burocratica e scollegata dai bisogni dell’utente, in realtà si rivela uno strumento tra i più efficaci per forzare il singolo operatore e l’intera équipe a riflettere sul senso dell’intervento in atto, dunque a connettersi in modo ancor più consapevole e professionale con le esigenze fisiche, psichiche e valoriali portate dal soggetto bisognoso di cure.
    A questo proposito, di recente un ospite della nostra comunità residenziale ad alta intensità educativa è stato inserito in un progetto terapeutico di trattamento multitasking per adolescenti con trauma complesso – l’ITCT-A di Briere e Lanktree (2013). Questo intervento ripone grande attenzione al costante monitoraggio degli effetti del trattamento nel tempo e ha visto coinvolta una multiforme équipe territoriale.

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  • L’ITCT-A comporta una valutazione iniziale e periodici controlli, che solitamente avvengono a intervalli di tre mesi e permettono di aggiornare o rimodellare l’andamento dell’intervento. Ora la redazione da parte nostra del PP – in questo caso denominato “Progetto Educativo Individualizzato e Integrato” (PEI-I), che è stato presentato anche all’autorità giudiziaria, in quanto il minore era sottoposto a istituto di sospensione del processo con messa alla prova – ha permesso di: (1) sintetizzare in modo chiaro e sintetico le varie informazioni raccolte sul passato del ragazzo, le valutazioni psicologiche e la diagnosi, gli obiettivi degli interventi educativi e terapeutici progettati dalla équipe territoriale allargata in base ai punti di forza e di debolezza del ragazzo, le decisioni per il futuro; (2) monitorare in modo efficace ed oggettivo, cioè osservabile, il processo terapeutico,

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  • le variabili ambientali connesse ai cambiamenti della sintomatologia e la variazione dei problemi psicosociali nel tempo. Il PP è stato molto apprezzato dai vari soggetti coinvolti e ha contribuito ad incrementare l’immagine di professionalità della nostra comunità.




    – Matteo Guidotti, psicologo e psicoterapeuta in formazione, vice direttore comunità educativa integrata per minori di Bologna –

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    “Posso dire che ho avuto un’opinione super positiva della formazione…” – Leggi di più –

    Posso dire che ho avuto un’opinione super positiva della formazione.
    Mai un corso di aggiornamento che ho fatto è stato così esauriente. Sarà per il tempo che ha dedicato il formatore o forse per la sua esperienza di vita all’interno delle comunità.
    Altri corsi di formazione proposti anche da docenti molto preparati non producono lo stesso risultato. Ci sono corsi dai titoli ambiziosi che in due mezze giornate danno crediti formativi ma non possono esaurire l’argomento. Anzi, lo possono solo accennare, però poi non ti danno gli strumenti per andare avanti.
    Credo che il punto di forza del formatore sia quello che il corso non si limita ad essere nozionistico, ma essendo stato diluito nel tempo ha potuto portare avanti il lavoro pratico di studio dei casi, di correzione, supervisione, discussione critica. E’ essenziale per capire come usare unp strumento nuovo e così particolareggiato.

    Mara Armellin, Educatrice responsabile dei progetti presso La Tenda di Treviso, casa alloggio per persone con AIDS o HIV.

    Mara Armellin, Educatrice responsabile dei progetti presso La Tenda di Treviso, casa alloggio per persone con AIDS o HIV.



    Accreditamento Regionale

    Il Progetto Personalizzato: integrazione fra PEI, PAI, risponde ai requisiti dell’accreditamento Regionale

    All’interno dei requisiti richiesti dai vari Accreditamenti Regionali spesso si usa il termine piano o programma al posto di progetto e individuale-individualizzato al posto di personalizzato, come ad esempio P.E. – Progetto Educativo, P.E.I. – Progetto Educativo Individualizzato, P.A.I. – Progetto Assistenziale Individualizzato o P.T.R. – Programmi terapeutico-riabilitativi.

    Si è scelto Il Progetto Personalizzato come nomenclatura e significato usato e più attuale all’interno dei criteri generali e specifici dell’Accreditamento Regionale per le diverse tipologie di strutture e servizi.

    Riportiamo alcuni stralci ed esempi dei riferimenti ai Progetti Personalizzati, tratti da Regioni diverse e da differenti tipologie di servizi e utenza, che trovano risposta nella modulistica proposta: